Escursione a Caporetto

Domenica 20 maggio escursione a Caporetto con visita al Museo Storico, al Sacrario e alle trincee del Monte Kolovrat.

Con la conferenza e la successiva escursione a Caporetto ha preso avvio il programma di Valorizzazione della Memoria Storica che vede il nostro Gruppo Alpini promotore di una serie di iniziative storico culturali che la Regione FVG ha riconosciuto meritevoli di un contributo economico.

 

Per realizzare incontri, escursioni con la popolazione, con gli studenti di ogni ordine e grado, abbiamo scelto come partner l'Ass.ne Ad Undecimum di San Giorgio di Nogaro, la Pro Loco di Fogliano/Redipuglia, l'Istituto Comprensivo di San Giorgio di Nogaro, l'Ass.ne Pot Miru di Caporetto e il Comune di San Giorgio di Nogaro.

 

L'escursione di domenica 20 maggio in corriera ci ha permesso di vedere "sul campo" quanto spiegato da Negrello qualche giorno prima.

Abbiamo iniziato con la visita al Museo di Kobarid (Caporetto) con le guide Iaca e Igor che ci hanno dettagliato con dovizia di particolari fatti, aneddoti e eventi.

 

 

 

All'insegna della pace tra i popoli all'ingresso del museo notiamo bandiere e fotografie di militari di ogni nazione; i confini sono un ricordo del passato.

 

Oltre ai reperti e oggetti ben organizzati e sistemati con cura, uno dei "pezzi forti" del museo è stato il plastico sul quale abbiamo potuto vedere come si svolse la battaglia che portò alla capitolazione dell'esercito italiano in quei luoghi (grazie ad un interessante gioco di luci e colori dei proiettori). 

 

Abbiamo poi raggiunto il Tempio Ossario dove riposano 7.014 salme di caduti italiani, sistemato in posizione dominante su Caporetto e dalla quale abbiamo potuto capire come si svolsero gli attacchi delle truppe austro-ungariche.

 

 Abbiamo poi raggiunto il Tempio Ossario dove riposano 7.014 salme di caduti italiani, sistemato in posizione dominante su Caporetto e dalla quale abbiamo potuto capire come si svolsero gli attacchi delle truppe austro-ungariche.

 

Dopo un fugace pranzo ben organizzato nella sede dell'Associazione Pot Miru, abbiamo raggiunto il Kolovrat dove l'Associazione di cui sopra ha curato il ripristino e la sistemazione del museo all'aperto perfettamente percorribile come fecero allora i nostri soldati. 

Fatto rientro "a baita" a San Giorgio, ci siamo seduti per consumare uno spuntino con tutti i partecipanti alla gita. Abbiamo sentito commenti positivi e un entusiasmo che ci ha stimolato a proseguire con queste attività. 

A margine, riteniamo doveroso però fare alcune considerazioni sui fatti di Caporetto.

 

In quel fronte, le truppe italiane si possono dividere in tre categorie: quelle che abbandonarono il posto e si arresero di proposito, quelle che resisterono vittoriose combattendo con vigore mentre era in corso la ritirata (Bainsizza, San Gabriele, Gorizia) e chi fece interamente il proprio dovere scrivendo pagine eroiche per azioni compiute (ad esempio sul Matajur o nella piana di Udine).

 

I soldati italiani, spesso, erano semplici operai o contadini, analfabeti nella maggior parte dei casi, che non avevano grosse pretese ma erano dotati di un profondo rispetto per i superiori e per la patria.

 

Furono impiegati al fronte per parecchi anni senza andare un solo giorno in licenza. È quindi capibile perchè, durante la ritirata, i soldati dicessero "andiamo a casa" e la cronaca ci ha consegnato immagini di fucili gettati nei fossi e "sbandati camminatori".

 

E se questo era il fronte, il 24 ottobre a Montecitorio, il Ministro della Guerra doveva parlare di congedare le classi anziane per i lavori agricoli d'autunno.

 

Il Generale Giardino... "venga pure all'attacco, noi non lo temiamo" e tutti l'applaudirono. I fatti, però furono ben diversi e chi subì i danni maggiori non furono i ministri e nemmeno chi sedeva a Roma.

 

E in questo scenario, i civili (donne, bambini e vecchi) già provati da una guerra di logoramento che aveva allontanato la migliore gioventù, dovettero fare la valigia (se ce l'avevano) ed emigrare in altre regioni italiane lasciando affetti e proprietà (tanto desiderate) ai conquistatori austro-ungarici.